Annalisa & Alessio
04 giugno 2011
Sono passati 4727 giorni dal nostro matrimonio

Viaggio di nozze

Per il viaggio di nozze, partiremo il 06/06/2011 dal porto di Civitavecchia, con la compagnia COSTA CROCIERA. Il viaggio sarà:
     Le prime notizie di Civitavecchia si riferiscono a Centocelle, antichissimo borgo che, in pratica, era una sorta di porto per l'Etruria, ma anche un luogo di fiorentissimi traffici. Nei suoi annali Plinio il giovane fa chiaramente riferimento a Centocelle come alla località dove si tenne un concilio di pace organizzato dall'imperatore Traiano. Centocelle altro non è che la definizione delle abitazioni di questo villaggio che sembravano simili a tanti alveari con piccole e numerosissime stanze o anche alle piccolissime baie che interrompevano la costa e che consentivano l'accesso e la partenza delle navi.
     Essendo una zona riparata ma di facile accesso al mare, Traiano fece costruire qui la sua villa più bella: fu lui a iniziare i lavori del porto la cui struttura fondamentale è rimasta identica fino ad oggi. Civitavecchia si assunse l'onere di gestire la maggior parte del traffico marittimo destinato a Roma quando il porto di Ostia, alle foci del Tevere, si rivelò insufficiente a questo scopo. La prima descrizione del porto è proprio di Plinio che descrive i moli e la vista della villa di Traiano. La forma, molto particolare, del porto è attribuita all'architetto Apollodoro che aveva ornato la struttura originale dello scalo con rilievi e statue. Decaduto l'impero romano, Civitavecchia non perde certamente la sua importanza marittima , anzi, in pochi secoli, si conferma il primo porto del Tirreno contendendo questa supremazia a Pisa e attirando su di sé le attenzioni dei pirati turchi. Il porto, pur continuamente adeguato e riadattato non cambia la sua sostanziale struttura che rimane quella dell'epoca romana.
     Oggi Civitavecchia è un porto decisamente moderno e dinamico, votato al traffico leggero e al movimento dei passeggeri verso le isole tirreniche, ma continua a mantenere la struttura originale del porto romano. Scalo privilegiato per una sosta tra i meravigliosi ricordi storici delle civiltà romane ed etrusche, annovera un centro storico e un borgo medievale decisamente pregevole e ben conservato.
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     Gli arabi la ritenevano il paradiso sulla terra e, forse anche per questo, furono meno duri nelle loro scorribande che li videro prendere confidenza con il territorio e mettervi su casa. La stessa sensazione di pace e di tranquillità la ebbero prima di loro i fenici, che scoprirono questo tratto di costa e che posero il primo insediamento abitato (l'origine del nome è, infatti, fenicia, "malak"). I Cartaginesi la governarono per molti anni prima di abbandonarla alle invasioni barbare dei visigoti. Oggi Malaga è un centro votato al turismo e all'agricoltura, con una spiccata predisposizione all'industria alimentare, che ha reso il commercio di frutta, uva e vino, che si coltiva nella pianura circostante la città, un floridissimo mercato.
     Malaga è, comunque, il centro portuale e d'accesso turistico privilegiato per arrivare a Granada, famosissima per la leggendaria Alhambra, uno dei più celebri complessi architettonici mondiali, nonché uno dei massimi capolavori dell'arte araba: si tratta di una città reale, fortificata sulla cima di una collina, che domina, da 150 metri d'altezza, tutta la città. E' l'unico edificio medievale arabo di tutto il mondo giunto intatto fino ai nostri giorni. Il suo stato di conservazione si deve alla regina Isabella II che, dopo un periodo di totale abbandono, ne ordinò il restauro. Particolarmente degni di essere visitati all'interno dell'Alhambra sono il cortile dei mirti, che costituiva l'ala del palazzo riservata al re e che prende il nome dai cespugli di mirto che cingono la vasca centrale di forma rettangolare e il cortile dei leoni, che con l'harem costituisce il centro degli appartamenti d'inverno del re, ed è considerato un autentico capolavoro di architettura moresca con i suoi dodici leoni di marmo nero che ornano la fontana al centro. L'Alhambra è oggi il monumento più visitato di tutta la Spagna.
     Altrettanto notevole il Generalife, residenza di riposo per i re arabi che qui avevano ricostruito un giardino a immagine e somiglianza del paradiso islamico. Gli aranci, le siepi di mirto e di alloro, lo splendore dei fiori, la vasca centrale alimentata da fontane zampillanti, le colonne slanciate che reggono le arcate e il delizioso cortile, costituiscono lo scenario di un'autentica favola orientale.
     Sempre da Malaga si può raggiungere anche una delle mete turistiche di maggior successo della penisola iberica, la reclamizzatissima Costa del Sol la cui perla, Marbella, può essere paragonata, in quanto a notorietà e fama internazionale, alla nostra Portofino. Marbella è un centro alquanto moderno nato per ospitare il turismo di massa, in cui l'edilizia residenziale ha comunque rispettato, e in qualche modo addirittura tutelato il centro storico di questa cittadina che offre notevoli opportunità di shopping e uno spaccato architettonico tra i più tipici della regione andalusa.
     Gastronomicamente l'Andalusia è una regione estremamente fortunata la cui cucina è varia almeno quanto i suoi aspetti geografici: pesce e frutti di mare, carne speziatissima e variamente accompagnata da specialità di tradizione araba costituiscono i piatti forti di pranzi piacevoli, molto saporiti e arricchiti da un vino tra i migliori d'Europa.
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     L'isola dell'eterna primavera, il luogo dove l'estate va a trascorrere l'inverno: una descrizione forse romantica, magari romanzesca, ma estremamente verosimile. Un clima mite e appagante, i ritmi di vita assolutamente blandi e sereni contribuiscono a rendere quest'angolo di paradiso, che, insieme ad altre quattro isole, costituisce una regione autonoma del Portogallo, una vera e propria dimensione parallela a quella a cui siamo di solito abituati nelle nostre città. Madeira, in portoghese, significa legno: i primi scopritori dell'isola ritennero che altro nome non potesse essere più indicato visto che la prima cosa che videro furono giganteschi alberi da fusto con i quali furono tra l'altro costretti a provvedere a qualche riparazione sulla loro nave.
     L'isola di Madeira, della quale Funchal è il centro capoluogo, è più vicina alle coste africane che a quelle portoghesi: si trova al centro di correnti favorevolissime che hanno contribuito a rendere tutta la costa e l'entroterra una gigantesca serra di fiori coloratissimi e profumati. Lo stesso capitano James Cook, che prese terra qui, in uno dei suoi viaggi, nel 1768, notò che la natura era stata particolarmente benigna: bougainville, mimosa, giacaranda sono il tappeto coloratissimo e costante che circonda ogni angolo di quest'isola dove la temperatura non supera quasi mai i 28°C e raramente scende al di sotto dei 15°C.
     Madeira è da sempre una località turistica: basti pensare che i marittimi dei lunghi viaggi destinati ad Africa e Indie, prima di tornare a casa e affrontare piogge, nebbie e climi plumbei, si fermavano qualche tempo qui per riposarsi dalle fatiche della traversata oceanica.
     Fra i primi mercanti che cominciarono a frequentare l'isola è doveroso ricordare Cristoforo Colombo che, avendo sposato la figlia dell'allora governatore dell'isola di Porto Santo, visse qui per qualche tempo.
     Funchal è deliziosa da visitare soprattutto a piedi, magari per un po' di shopping: ma è dall'alto che si gode la vista più bella dell'isola. Cabo Girao è un promontorio sul quale gli agricoltori sono riusciti a coltivare ovunque fiori e viti, persino sull'orlo degli strapiombi: qui le rocce si tuffano nell'oceano con un salto di oltre 600 metri. Anche le case nel vicino villaggio di Camara de Lobos sembrano voler sfidare le leggi della dinamica e della gravità.
     Molto caratteristico anche il paesaggio di Sao Vicente dal quale il colpo d'occhio è straordinario. Suggestivo lo scenario che si ammira a Terreiro da Luta dove sorge il più grande monumento di Madeira, alzato dopo la fine della prima guerra mondiale e dove è seppellito l'ultimo imperatore austro-ungarico, Carlo I, che morì sull'isola nel 1922. Da qui è possibile affrontare la ripida discesa verso la costa nei "cestinhos", una sorta di slitta a forma di cesto con la quale gli abitanti erano soliti accelerare le loro escursioni verso il mare e trasportare di tutto: frutta, carne essiccata… persino bambini.
     Ha tutte le caratteristiche di una città spagnola, ma ha saputo mantenere molto delle sue dominazioni e influenze culturali diventando una sorta di monumento urbano al benessere, alla tranquillità e alla gioia di vivere. E' Santa Cruz de Tenerife poco più di 200 mila abitanti, secondo l'ultimo censimento del decennio scorso.
     E' la capitale dell'isola e, ovviamente, della provincia che porta il suo stesso nome e che comprende le isole di La Palma, La Gomera ed El Hierro. Città dal tono quieto e molto amichevole, quasi confidenziale, sa scatenarsi nel momento del divertimento e in occasione dei molti mercati che, affollando le piazze più ampie e le strade, rendono la scenografia urbana davvero molto suggestiva.
     I suoi quadretti sono i giardini e le "ramblas" di fronte alle quali spicca la splendida cornice naturale del García Sanabria Park. Qui gli abitanti di Santa Cruz hanno concretizzato una felice intuizione, quella di dare vita ad un museo "plen-air" che diventasse angolo culturale, all'interno del quale presentare libri, ascoltare musica, o semplicemente passeggiare, ma che costituisce anche una mostra permanente di sculture di fama mondiale tra le quali quelle di Moore, e, ovviamente, del miglior artista delle Canarie, José Abad.
     E' intorno a questo cuore affascinante che la città muove le sue giornate in modo davvero dinamico e divertente, che ricorda un po' quell'andirivieni tipico delle isole e dei porti. Santa Cruz, crocevia centrale delle rotte destinate all'America, è stato punto di riparo per le navi bisognose di cure almeno quanto i loro equipaggi. Primo approdo dopo la traversata atlantica, ultimo punto di partenza in vista della traversata oceanica, Santa Cruz sembra sporgere dal mare come un anfiteatro… la sua baia avvolge il mare con un'ansa che ricorda due braccia che si stringono quasi a volere accogliere chi arriva.
     Indipendentemente dal suo fascino paesaggistico e dalla simpatica filosofia della sua gente, nata con il gusto e la capacità di chi mette sempre ogni straniero a proprio agio, Santa Cruz vanta anche molte ricchezze architettoniche di un certo prestigio: su tutte la chiesa de la Concepcion, che custodisce molti particolari dell'epoca in cui Santa Cruz fu al centro di aspre battaglie, e quella di San Francesco che è, invece, uno splendido esempio di barocco ispano - portoghese del XVII secolo. Il palazzo dei La Carta fu costruito con lo stesso stile e nello stesso periodo. Molti anche i palazzi e i castelli di stampo nobiliare, Il Cabildo San Juan, uno sfarzo notevole a pochissimi minuti a piedi da uno scorcio decisamente più umile ma non meno affascinante, la spiaggia di San Andrés, dove i pescatori dormivano, per poche ore, sulla sabbia, prima di riprendere il mare. Ora le case di San Andrés, una volta umile ricovero di gente decisamente povera, valgono una fortuna.
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     L'immagine di una città covo di spie, doppiogiochisti e affaristi senza scrupoli espressa dal leggendario film di Humphrey Bogart, che costituisce a tutt'oggi il più colossale spot promozionale di Casablanca, non esiste: anzi… sarebbe forse più giusto dire che, come in tutti i film che si rispettino, la parte di finzione che riguarda la città stessa è davvero estrema.
     Casablanca è in realtà una metropoli molto moderna portata al successo da imprenditori che hanno scommesso i propri investimenti sul moderno porto artificiale che a tutt'oggi è uno dei più grandi e attivi di tutta l'Africa. L'attività industriale e commerciale della città e dei suoi sobborghi ruota dunque intorno al porto che ha richiamato nei suoi anni più recenti di attività oltre quattro milioni di persone che vivono e lavorano in quest'area.
     L'attività portuale di Casablanca è la costante storica di questa città, l'elemento principale che ha concentrato su questo lembo di costa del Marocco l'interesse spesso colonizzatore, altre volte di mero investimento, di molti paesi stranieri. Casablanca è il cuore pulsante dell'industria del Marocco che subì il pieno impulso solo dopo il 1955 quando, messe da parte le influenze di portoghesi, arabi, spagnoli e francesi il Marocco conquistò la sua piena indipendenza alla guida dello sfortunato e compianto re Mohammed V, stroncato da un infarto pochi anni dopo aver centrato l'obiettivo di unificare e riordinare il paese.
     Il primo nucleo abitativo di cui si ha notizia, infatti, si trova a poca distanza dal porto della città: si tratta di Medina, sorta sulle rocche dell'antica, leggendaria e in gran parte sconosciuta città di Anfa. Medina è un pullulare di vita tra stradine e vicoletti al centro del quale si trova la Grande Moschea, il secondo luogo di culto islamico dopo la Mecca: di grandezza straordinaria, la Moschea risulta essere uno dei più grandiosi monumenti religiosi esistenti. Alla vecchia Medina si affianca la nuova, felice tentativo di riprodurre in stile moderno le soluzioni architettoniche tradizionali, ricreando in tal modo anche l'atmosfera e il fascino delle antiche città arabe.
     Per completare la visita di Casablanca, non si può non vedere la Corniche, la panoramica strada costiera, che attraversa il ricchissimo quartiere di Anfa con piscine che si nascondono tra le rocce che scendono a picco sul mare e una moltitudine di ristoranti, bars e locali che rendono la vita notturna di questa parte della città estremamente dinamica e divertente.
     Molto bella anche Rabat, a poca distanza da Casablanca: Palazzo Reale, il mausoleo di Mohamed V e la Torre Hassan rappresentano un esempio fondamentale della cultura architettonica islamica. Lo shopping in Marocco è una cosa seria: qui ogni cosa va concordata e contrattata ma alla fine come dice un detto di questo paese "L'affare lo si fa sempre in due". Belli, resistenti e molto meno costosi di quelli persiani o turchi, i tappeti. Splendidi anche gli oggetti in cuoio marocchino, i pugnali da cerimonia, i mobiletti intarsiati in avorio o madreperla, i tradizionali caftani. Da non perdere, se non si ha tempo o voglia di assaggiare il vero e tradizionale couscous, di gustare per lo meno il te alla menta nella cui preparazione rivive una tradizione antichissima che merita di essere vista.
  • Giorno 9
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     Barcellona, seconda città spagnola con i suoi tre milioni di abitanti, è un porto dominante del Mediterraneo settentrionale, sede di un'università tra le più affermate e storiche del mondo. La città è anche centro commerciale ricchissimo e sede di attività industriali determinanti per l'economia di tutta la Spagna.
     I catalani hanno, infatti, sempre rivendicato una peculiarità che, rispetto al resto delle regioni spagnole, affonda le sue radici nel dominio che Barcellona esercitò per almeno quattrocento anni sia nelle vicende politiche della monarchia spagnola sia in quelle commerciali europee.
     La fortuna di questa città, un po' come fu per Genova e Venezia nel periodo medievale, si riconduce alle attività del porto: a Barcellona nacquero i primi cantieri spagnoli, fiorirono le banche e i commercianti catalani furono per lungo tempo tra i più potenti del mondo conosciuto. Il mare per Barcellona è una cosa seria: ai legali catalani si deve la stesura del primo codice di leggi marittime d'Europa. Barcellona, pur attraversando qualche crisi economica passeggera, ha confermato la sua leadership anche nel secolo scorso con l'avvento delle grandi industrie arrivando alla fine del millennio con una posizione di grande vantaggio rispetto ad altre città spagnole, confermata anche dalle recenti Olimpiadi che hanno portato in Catalogna investimenti e strutture per centinaia di miliardi. Grazie a tanti interessi Barcellona è diventata anche una delle città culturalmente più vivaci del Mediterraneo: tra le strade, in particolare sulla famosissima Ramblas, vive un autentico culto per l'arte di strada. Decoratori, madonnari, artigiani e intagliatori effettuano in pochi minuti la propria opera d'arte personalizzata secondo il gusto del committente, che è quasi sempre un turista. Il centro universitario ha portato moltissimi giovani, e di conseguenza arte underground, musica e locali aperti anche per tutta la notte: una città splendidamente cosmopolita che offre un gran numero di attrattive turistiche.
     Barcellona è splendida anche nelle panoramiche dall'alto: in questo senso la prospettiva più bella è quella offerta dalla collina del Montjuic che ospita il famoso autodromo di Formula 1 e gran parte del villaggio olimpico.
     Il porto, con un traffico di merci che sfiora i 20 milioni di tonnellate, è a due passi dal centro e si raggiunge proprio attraversando la caratteristica Ramblas. Luogo di culto religioso per eccellenza è la Cattedrale, dedicata a S. Eulalia, patrona della città anche se la chiesa più conosciuta è senz'altro la Sagrada Familia, iniziata nel 1882, ma mai completata dal grande architetto Antonio Gaudí che la concepì come una grande scultura architettonica con tre facciate rappresentanti natività, passione e morte di Cristo.
     Il Barrio Gotico è il nucleo più antico della città, dominato dalla grandiosa mole della cattedrale: è qui che ha sede il Museo Picasso di Carrer de Montcada, il più ricco del mondo per la quantità di opere del grande maestro. Incompleto, ma splendido, anche il Parco Guell, anch'esso opera di Gaudì: doveva diventare una città giardino residenziale.
     Lo shopping è una parte integrante di una giornata a Barcellona: gli oggetti di antiquariato più belli e modici sono nel centralissimo Barrio Gotico o a Pueblo Español, quartiere tra i più caratteristici e pittoreschi della città. Tra una passeggiata e l'altra è opportuno l'assaggio del piatto tipico catalano: la Paella a la Parcellada, un risotto condito con zafferano pesce, frutti di mare, carne di manzo e di pollo e verdure da gustare con un buon vino spagnolo e anticipato, magari, dalla freschissima Sangria, vino aromatico arricchito da zucchero e succo di arancia e limone.
     Cristoforo Colombo passò anche di qui: ma, attenzione, non per partire alla ricerca di nuove terre da conquistare per i commerci dell'impero spagnolo. Colombo qui si limitò a coltivare la terra e a restare per poche soste, prendendo appunti sui propri viaggi e riordinando le idee per le prossime sfide sul mare.
     Sulle alture di Savona, una cascina tra orti e frutteti, esiste anche la "casa di Colombo", una delle tante sparse per la Liguria, visto che sono molte le cittadine che si arrogano l'onore di aver dato natali e residenza al grande navigatore: Genova, Terrarossa di Moconesi, oltre alla stessa Savona. Ma se c'è un monumento importante per questa città, ricca di storia e d'attività legata soprattutto al proprio porto, questo è indubbiamente il Priamar, il castello che domina la roccaforte sullo scalo e che, da qualche anno, è stato restaurato. E' proprio sul promontorio del Priamar che si sarebbe stabilita la prima comunità alleata di Cartagine contro Roma, descritta già nel 205 a.C. dallo storico latino Tito Livio come "Savo Oppidum Alpinum".
     L'importanza di Savona decresce rapidamente dal momento in cui Roma fonda la città Vada Sabatia, l'attuale Vado, ma dopo le invasioni barbariche diventa un importante insediamento bizantino.
     Savona fu distrutta nel 643 dal Re Rotari, condottiero Longobardo. Durante il IX e X secolo, diventa capitale della Marca Aleramica e, successivamente, un libero comune aumentando notevolmente la sua importanza marittima e commerciale e intensificando i suoi traffici soprattutto con la Francia, la Spagna e il nord Africa. La vicinanza con Genova, con la quale per altro anche oggi i savonesi vivono un rapporto conflittuale e campanile, ha spesso messo in difficoltà Savona che, dopo resistenze e battaglie, ha, però, finito per accettare la supremazia della "Superba". Anche Savona, però, trovò il modo di accrescere il proprio prestigio; questo avvenne con l'elezione al soglio pontificio di Sisto IV e Giulio II. Fu l'ultimo cenno di fama di Savona che, dopo la conquista definitiva da parte dei genovesi, nel 1528, cadde in una crisi profonda fino all'avvento di Napoleone. Diventata parte del Regno di Sardegna, viene riconosciuta come provincia solo nel 1927. La città, oggi, vive intorno al porto e alla fortezza del Priamar che è l'autentico simbolo di Savona. Due sono le versioni sull'origine di tale nome: secondo la prima, il "Priamar" deriverebbe il suo nome da "Pietra sul Mare", in quanto la Fortezza sorge su un promontorio roccioso che si affaccia sul mare ligure. La seconda versione ne fa derivare il nome da "Petra Mala", per il fatto che le rocce su cui è fondata sono d'origini sedimentarie e pertanto caratterizzate da un elevata friabilità. All'interno delle mura della fortezza, che annoverava una scuola e un centro di giochi, crebbero Giulio II e Sisto IV e, sempre qui, furono celebrate le glorie del libero Comune (1191) dopo la vittoria dei Ghibellini.
     Castello, fortezza e anche prigione, ospitò tra il 1830 e il 1831 anche la prigionia di Giuseppe Mazzini. Durante l'ultima guerra mondiale, la Fortezza venne impiegata per controllare il traffico del porto di Savona e fu rifugio antibomba. Savona è il centro più importante dell'immediata riviera di ponente. a poca distanza sorgono alcune delle più belle e importanti cittadine balneari liguri come Alassio, Loano, Varazze e Albissola, famosa per la sua lavorazione delle ceramiche.
     Le prime notizie di Civitavecchia si riferiscono a Centocelle, antichissimo borgo che, in pratica, era una sorta di porto per l'Etruria, ma anche un luogo di fiorentissimi traffici. Nei suoi annali Plinio il giovane fa chiaramente riferimento a Centocelle come alla località dove si tenne un concilio di pace organizzato dall'imperatore Traiano. Centocelle altro non è che la definizione delle abitazioni di questo villaggio che sembravano simili a tanti alveari con piccole e numerosissime stanze o anche alle piccolissime baie che interrompevano la costa e che consentivano l'accesso e la partenza delle navi.
     Essendo una zona riparata ma di facile accesso al mare, Traiano fece costruire qui la sua villa più bella: fu lui a iniziare i lavori del porto la cui struttura fondamentale è rimasta identica fino ad oggi. Civitavecchia si assunse l'onere di gestire la maggior parte del traffico marittimo destinato a Roma quando il porto di Ostia, alle foci del Tevere, si rivelò insufficiente a questo scopo. La prima descrizione del porto è proprio di Plinio che descrive i moli e la vista della villa di Traiano. La forma, molto particolare, del porto è attribuita all'architetto Apollodoro che aveva ornato la struttura originale dello scalo con rilievi e statue. Decaduto l'impero romano, Civitavecchia non perde certamente la sua importanza marittima , anzi, in pochi secoli, si conferma il primo porto del Tirreno contendendo questa supremazia a Pisa e attirando su di sé le attenzioni dei pirati turchi. Il porto, pur continuamente adeguato e riadattato non cambia la sua sostanziale struttura che rimane quella dell'epoca romana.
     Oggi Civitavecchia è un porto decisamente moderno e dinamico, votato al traffico leggero e al movimento dei passeggeri verso le isole tirreniche, ma continua a mantenere la struttura originale del porto romano. Scalo privilegiato per una sosta tra i meravigliosi ricordi storici delle civiltà romane ed etrusche, annovera un centro storico e un borgo medievale decisamente pregevole e ben conservato.
 
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Bella, raffinata e affascinante in ogni suo dettaglio: ciò che rende speciale Costa Mediterranea è sicuramente il gusto negli arredi, in stile rinascimentale e barocco. Un nuovo modo di concepire le vacanze, gioioso e colorato, elegante e ricco di opere d’arte. Costa Mediterranea è una nave moderna con ampie e comode cabine, la maggior parte dotate di un balcone privato affacciato sul mare, e non solo...avete voglia di sorseggiare dell’ottimo vino? Potrete farlo, passando per eleganti e raffinate enoteche, il tutto a bordo!

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